sabato 27 dicembre 2014

Magia

È arrivata la magia. Ciò che disarma il giardiniere e lo imprigiona in una sorta di incantesimo è la neve.
Finalmente candida scende, imbianca e ammorbidisce il giardino. La magica coltre funge da coperta, placa l'irrefrenabile giardiniere fermandolo alla finestra.
Sui fiori del Calicanto i cristalli imprigionano il profumo e lo trattengono per le rare giornate di sole e per i pochi attenti passanti.
La Lonocera fragrantissima invece aspetta ancora il momento giusto per fiorire, forse febbraio, con le giornate più lunghe sarà meglio.
La tortuosità dei rami della Nocciola contorta viene esaltata dal bianco contorno.


Ma ... accidenti: il Pelargonio Odoroso non ha protezione, la neve lo devasterà! Presto! Va messo in salvo! Ma perché piantarlo in un vaso di cemento, sopra una colonna di mattoni, quando il giardiniere è pienamente cosciente della difficoltà che incontrerà nel ripararlo adeguatamente? Per egoismo! Non c'è altra spiegazione. La decisione di veder appagato il proprio occhio sfidando il clima e le difficoltà che potrebbe incontrare la pianta mette in luce il dilemma del giardiniere: è giusto acquistare piante che qui non hanno vita semplice e dove soprattutto non possono essere messe adeguatamente a riparo?


Buffo, pensa il giardiniere mentre osserva da ogni finestra gli angoli del giardino: la neve copre tutto ma non gli errori e gli egoismi.




sabato 1 novembre 2014

Autunno

Finalmente è arrivato! Cosa? Chi? L'Autunno! 
Colori, ultime fioriture .... Tutte romantiche cose che certamente appagano il giardiniere, ma egli in realtà gode perché questo è uno dei momenti più impegnativi dell'anno, che se ben sfruttato, darà  ottimi risultati l'anno seguente, i suoi frutti, appunto.
È il momento di vangare, trapiantare, fare e disfare e soprattutto spargere cacca, pellettata ma sempre cacca! Inodore e secca viene sparsa copiosamente in ogni dove al fine di sfamare delle radici provate dalle calure estive. Il concime organico, definizione tecnica e politicamente corretta, evoca nelle menti degli inesperti un buon uomo che, al pari della semina, elargisce amore sfamando le sue creature. Scava un pochino, interra copiose manciate di cacca, ricopre e via verso un'altra pianta o arbusto. Quella cosa che è spesso oggetto di censura da parte di benpensanti fa parte invece della nostra catena alimentare, certo dopo degradazione batterica ed assorbimento da parte di vegetali. I genitori di bimbi in età prescolare sanno bene che è oggetto di ilarità di massa ed invece quando si tratta di infanti è addirittura "benedetta". Dopo queste fasi scende nell'oblio diventando solo un'offesa o un'esclamazione in momenti poco fortunati. Eppure si dice che pestarla porti fortuna! Roberto Benigni è uno dei pochi che ne abbia cantato le lodi, altri il giardiniere non ne conosce, ma certamente lui è uno di loro. Tanté che ha iniziato ad usare anche quella fresca, fumante, delle due cagnoline che popolano il giardino. Infatti dopo averne raccolto secchi e secchi la riversa, con aria abbastanza stizzita, nelle buche pronte per i successivi trapianti, dove l'inverno la farà maturare. 
Certo non è tutto rose e fiori il lavoro del giardiniere, ed i vegetali percepiscono i profumi e gli odori? Probabilmente hanno dei recettori pronti ad accogliere le molecole chimiche che vengono trasportate dal vento fino al loro "naso", ed allora probabilmente quando sentono odore pungente di letame si leccano i baffi!

mercoledì 17 settembre 2014

Topinambur

 
Un giardiniere che si rispetti porta sempre nel bagagliaio della propria auto un "kit di sopravvivenza" composto da: cesoie, piccola paletta-rastrello e bustine per la raccolta di semi, come il medico ha il kit di pronto soccorso. Tutto ciò può servire nel caso in cui ci si debba fermare in qualche luogo, lungo una strada ad esempio, a raccogliere fiori di Topinambur.
Questi fiori appartengono ad un rizoma che è di gran moda nei ristoranti e venduto a caro prezzo nei supermercati, in realtà è solo una specie di patata bitorzoluta con un delicato gusto di carciofo.
La qualità migliore di questa specie, per il giardiniere, è la fioritura: esuberante, solare e durevole per tutto il mese di Settembre, anche reciso e posto in vaso questo fiore regala gioia agli occhi e luce nelle prime giornate grigie. Tutti ne possono ammirare la bellezza in quanto si trova molto spesso nelle zone incolte lungo le arterie periferiche delle città e dei paesi. Proprio così, quei bellissimi "margheritoni" gialli ai bordi delle strade sono Topinambur.
Dato che il giardiniere vuole tutto ciò che vede, deve avere anche loro, nella zona dedicata ai fiori spontanei del suo appezzamento, infatti egli vuole sì avere un bel giardino ordinato ed organizzato secondo un proprio schema mentale, ma essendo pur sempre figlio di Madre Natura ne vuole copiare i capolavori, così perché non avere una zona "selvaggia"? Per selvaggia si intende una zona il più simile possibile ad un immaginario campo fiorito di essenze spontanee ma dove, ovviamente, sono escluse le erbe senza alcun pregio riconosciuto, dette erbacce.
Nei cataloghi specializzati esiste già pronto anche tutto ciò: una miscellanea ben studiata di semi che ti permette di avere in una stagione un bel prato fiorito simil montagna di Haidi, campo di Pelin o modello Candy Candy.
Così, senza dover zappare lungo le strade per estrarre il rizoma, il giardiniere pensa di comprarli nel reparto orto-frutta del supermercato, e piantarli nella propria zona "selvaggia". Il gioco è semplice per l'esperto: attende l'Inverno e acquista, corre a casa, e in un letto di alcuni centimetri di torba mista a sabbia interra i rizomi solo superficialmente, bagna leggermente e attende la germinazione, poi in Primavera li trasferiesce nel luogo a loro destinato. A Settembre si gode la fioritura. Facile... anche troppo. 
Giunge il primo atteso Settembre, queste piante alte un paio di metri non presentano la fioritura, così il giardiniere pensa che forse hanno bisogno di tempo per ambientarsi e fiorire, ma l'analisi visiva conferma il tipo di foglia, anche se di colore più chiaro del selvatico.
Arriva un secondo Settembre, il cespuglio si è accresciuto, ma anche quest'anno niente fioritura. Il giardiniere decide di portar pazienza ed inizia a chiedersi se non siano specie differenti quella edibile da quella spontanea dei campi, oppure un caso di omonimia. Quindi consulta i suoi tomi ma di Topinambur non se ne parla. Male, ciò significa una scarsa biblioteca!
Poi arriva anche un terzo Settembre: vellutata di Topinambur, perché di fiori nemmeno l'ombra, e mentre il palato è deliziato dalla pietanza gli occhi sono appagati dai fiori rubati.


Ingredienti:
Carote, sedano e cipolla per soffritto
Topinambur
Brodo vegetale
Crostini di pane per servire, olio e parmigiano a piacere

domenica 14 settembre 2014

La tenace erba spongia

L'erbaccia è una pianta di cui non sono ancora state scoperte le virtù.

Bella frase, ma chi l'ha scritta non conosceva la nemica numero uno del giardiniere, una infestante, ora soprattutto del frutteto, soprannominata "erba spongia", in quanto dotata di numerose spine. Questa poco simpatica erbaccia infatti, non solo è infestante e quindi inutile e dannosa dal punto di vista del giardiniere, ma è spinosa pure, così ogni volta che il giardiniere tenta l'estirpazione pensando di poter fare a meno dei  guanti, sono imprecazioni che volano nell'adorabile Eden. Ed al giardiniere capita spesso di trovarsi a lavorare senza guanti, perché egli ama toccare con mano la grassa terra o le fresche piantine che sta trapiantando. Così numerose sono le spine che maculano le giá avvizzite mani.

La maggior parte delle infestanti, in effetti è presente sui testi di alimurgia, una scienza, molto antica, che studia le qualità alimentari di tutti i vegetali che potrebbero diventare necessari in caso di carestia. Quindi, in caso di necessità, ciò che il giardiniere chiama volgarmente "erbaccia" potrebbe diventare "erba pane" o "erba buonina", come il caffè di cicoria. Il giardiniere si documenta e ricerca, ma neanche il nome della specie riesce a trovare, neanche in caso di guerre, malattie, pestilenze, cavallette ed altre piaghe d'Egitto quest'erba maledetta può tornar utile. Virtù estetiche non ne ha in quanto non sarebbe un'erbaccia, di virtù alimentari non vi è alcuna traccia. Forse la sua virtù è di tener nascoste le proprie virtù o forse il suo attaccamento alla vita, la sua tenacia: anno dopo anno tiene testa al confronto con il giardiniere, sembra debellata, ma improvvisamente rispunta in un luogo inaspettato. La tenacia è certamente una virtù!

Ora che una virtù le è stata riconosciuta è stata forse promossa ad Erba nel giardino dell'Eden?

sabato 13 settembre 2014

Acqua

Il giardinaggio richiede molta acqua,
la maggior parte sotto forma di sudore.




venerdì 12 settembre 2014

Non rubare

Se l'occasione rende l'uomo ladro, il giardiniere lo è ancor di più.
Sebbene il Sapiens Sapiens abbia reso necessari i confini territoriali Madre Natura non ne è particolarmente coinvolta, infatti nulla la ferma: muri, recinti, fiumi e mari. Lei ha messo a punto numerose strategie di fuga.
Il giardiniere invece, essendo pur sempre una sottospecie di Sapiens, ha bene chiari i propri limiti, che solitamente sono sottoscritti da altri giardinieri vicini di casa. Ovviamente vale anche per lui il detto "l'erba del vicino è sempre più verde", così quando il giardiniere è certo di non essere osservato, studia e curiosa il vicinato. Se poi si accorge che Madre Natura invece non ha rispettato i confini, allora è giunto il momento di impadronirsi delle specie senza limiti: Iris e Settembrin, Menta e Nigella.
Furtivamente si assicura dell'assenza dei vicini di giardino e di non essere visto da alcuno e poi, armato di coltello, paletta e cariola si reca lungo i confini a fare incetta di specie vagabonde. In realtà non si tratta di vero furto, ma di trapianti di vegetali che spontaneamente hanno varcato il confine, ma pensare che sia un furto rende il fatto più emozionante.
Il paragone con i vicini rende il giardiniere un po' annichilito, ma si consola pensando che le forze in campo non sono pari e che le sue scelte sono decisamente le migliori dal punto di vista estetico.

La vera adrenalina invece scorre nelle sue vene, quando, a rubare, si reca oltre i propri confini. Con la propria auto, dotata di vanga, secchiello, forbici, tutto di serie ovviamente, nelle ore più improbabili della giornata si reca in quei luoghi dove il fiuto ha captato specie non presenti nel proprio giardino.
Sulla tangenziale, alle 5 e trenta della mattina, mentre dalle altre auto occhi assonnati si domandano quale tipo di pazzia abbia colpito quella persona, a luglio, nella bruma mattutina, il giardiniere fa incetta di Iris selvatici gialli, che tanto nessuno nota sulla scarpata triste ed abbandonata di una tangenziale. A quell'ora fa freddino, ma l'eccitazione di avere Iris gialli, che i vicini non hanno, non fa sentire altro che euforia ed eccitazione. Ha aspettato mesi curando quel luogo, osservandolo ogni giorno, poi, da bravo giardiniere quando è finalmente giunto il corretto mese di trapianto ha agito indisturbato. Che soddisfazione!
Talee prelevate da alberi altrui, quando in un freddo febbraio difficilmente si mette il naso fuori casa dopopranzo, o addirittura scavo quaranta per quaranta per prelevare dalle rive dei fossi piccoli alberi cresciuti, fino a quel momento indisturbati. Ora il giardiniere ha Salici e Querce che non avrebbe trovato facilmente nei vivai e certamente non gratis!
Ma è un furto voler estendere la bellezza ovunque? I rami sarebbero stati potati e bruciati, le rive dei fossi e della tangenziale smaciullate da trattoristi poco amanti della natura che devono solo tagliare l'erba senza saper distinguere un Iris da un palo della segnaletica stradale... il giardiniere ha solo operato un salvataggio delle specie. Dovrebbe ricevere una medaglia al merito.


martedì 9 settembre 2014

Successo


Il giardino è sempre una serie di fallimenti
alternati a qualche successo,
come la vita.


giovedì 4 settembre 2014

Giardiniere e giardinaio

A volte può capitare che il giardiniere si trasformi in giardinaio, cioè una sottospecie di giardiniere frettoloso e disorganizzato che velocemente svolge alcuni lavori, abbastanza male. È una questione di tempo, e si sa che la fretta è cattiva consigliera.
Il giardinaio, prima di tutto, non indossa il corretto abbigliamento, in particolare non ha scarpe adatte ma anzi porta ciabatte in gomma di un colore sgargiante. Non ha marsupi contenenti piccoli attrezzi, non ha grembiuli o abiti dotati di tasche per contenere forbici, cesoie o altro. Indossa una vecchia tuta sgualcita in acetato perché lui voleva solo fare un giro per il giardino.
Questo strano individuo si aggira per l'Eden in modo casuale iniziando più lavori contemporaneamente: pulisce, innaffia, estirpa qualche erbaccia, taglia fiori appassiti, ecc ...
Improvvisamente prende decisioni ed inizia un importante lavoro: il trapianto a terra. La stagione giá lo consente e così inizia le grandi manovre. All'appello vengono messi in fila tutti i vasi di piante ed arbusti che finalmente toccheranno con le proprie radici il suolo. Senza troppi indugi vengono definite le nuove posizioni per Ortensie, Iperico e Penniseto, Cornioli, e così via fino ad esaurimento.
Il lavoro più arduo è scavare in un terreno argilloso, quando asciutto diventa duro come il marmo, quando bagnato si incolla alla vanga, non ha mai la giusta tempra! Considerando poi le calzature inadatte a spingere sullo strumento utilizzato, scavare buche si trasforma in una impresa titanica. Quindi anziché scavare postazioni della dimensione appropriata, pur di trapiantare ciò che ormai è svasato ed in attesa, prepara buche della dimensione minima senza aggiungere sostanza organica concimante, e vi ficca dentro il vegetale, sperando nella forza delle radici.


Dopo il trapianto a terra si dedica al trapianto in vaso. Il lavoro genera altro lavoro, a cascata, perché si liberano vasi, così altri vegetali vengono trapiantati in cocci più capienti e più belli. È un lavoro infinito e ciclico, come le stagioni e la vita del giardino stesso. 
Forse la fretta del giardinaio nasce proprio da questa inconscia consapevolezza dell'incongruenza nella lunghezza di vita tra chi accudisce e chi viene accudito: il giardino ha una vita ciclica ed infinita, un continuo susseguirsi di stagioni lo rigenera, lo cambia, lo cresce, potenzialmente per sempre. Invece la vita del giardiniere o giardinaio è unica, si vive ogni stagione una sola volta.
Nasce. Cresce. Si riproduce (forse). Muore. Il ciclo di vita è lo stesso, ma su scala differente.
Probabilmente se tutti gli esseri umani si occupassero di giardinaggio accetterebbero la morte senza troppa paura e la vedrebbero per quello che è: un evento naturale. Il giardiniere conosce ed accetta la morte in quanto la vede e vive spesso. Ma queste sono considerazioni da giardiniere, non da giardinaio.


Mentre il giardinaio lavora affannosamente un pungente odore pervade le sue narici. Non è un profumo di fiori ma bensì olezzo di cacca di cane spiaccicata sotto la ciabatta!
Il giardinaio interrompe il lavoro cercando un modo per eliminare la schifezza, ma non trova nulla di utile, solo una canzone gli viene in mente: "Cani e padroni di cani" degli Elio e la storie tese. Allora cerca un bastoncino di ghiacciolo, ma nel suo giardino privato non lo può certo trovare abbandonato a terra dopo essere stato gustato da una giovane ragazza! Così ride fra se e a casa zoppicando se ne va, con la ciabatta imbrattata in mano. Cerca un luogo adatto all'essicazione della stessa, per una più facile pulizia. La giornata di duro lavoro finisce così, senza nemmeno arrabbiarsi con i propri cani, ma pensando che forse gli porterà fortuna. Anche la cacca fa parte del ciclo della vita, ed il giardinaio lo sa.



domenica 31 agosto 2014

Intervallo

Frutteto...

Come Linneo avrebbe classificato questa nuova specie di Pesco?

Prunus persica var. Limax o Pesco delle lumache

mercoledì 27 agosto 2014

Rientro

Al rientro dalla vacanza il giardino non è più lo stesso lasciato quindici giorni prima, essendo vivo si trasforma in assenza di chi se ne prende solitamente cura, e si presenta alquanto scapigliato e triste. Inoltre l'aver affidato a terzi il delicato momento dell'innaffiatura a fatto sì che ci siano state delle perdite, o vittime della fiducia nella pioggia. Infatti il malcapitato affidatario del giardino poco sa di come la pioggia non bagni i cassoni ed i vasi a ridosso della tettoia e dei muri della casa, allora sospira quando vede cadere la pioggia che lo solleva dal tedioso compito assegnatogli, non controllando poi lo stato di umidità della creatura.

Ed ecco allora che inizia il conteggio delle vittime: 

Ellebori sul davanzale della finestra, morti di sete;

Ortensia in vaso, asfissiata dalla Bignonia;

Bella di notte, morta di noia

Aquilege, bruciate dal sole;

I Gerani decimati, probabilmente quel malefico bruchetto dal dorso rigato di viola che penetra nel tronco per trasformarsi in farfallina, ma è necessario individuare il foro...

Surfinie, mosce e tristi

Basilico, ingiallito... ed il pesto?

Calendula, affetta da nanismo... e le tisane?

Rosa Iceberg, completamente defogliata perchè colpita da ticchiolatura;

Cornioli, sindrome da autunno

Idrangea paniculata, clorosi fogliare

...

Ma come è possibile che in pochi giorni di assenza siano successe tutte queste cose?
Come un bimbo un po' indispettito, il giardino si ribella e dimostra di non apprezzare l'assenza di chi solitamente lo accudisce, esternando malessere. Il giardiniere al rientro dalla vacanza corre dal suo Eden pieno di sentimenti contrastanti: gioia nel rivedere ciò che è una parte di sé, tristezza nel constatare lo stato di semi abbandono ma in fondo al cuor anche un po' di piacere nel vedere che la propria creatura non si sia affezionata al sostituto! Affidare il giardino a terzi e ritrovarlo sgargiante al proprio rientro capite bene che sarebbe stato uno smacco per chi amorevolmente convive con esso ogni giorno dell'anno. 

Inutile lamentarsi o compilare liste, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. Ed ecco che quando il giardiniere dovrebbe godersi i frutti del proprio lavoro deve ricominciare da capo. Così si riparte con una bella potatura verde agli esuberanti arbusti e piante, concime e verde rame agli ammalati, acqua acqua acqua e ancora tanta acqua agli assetati.

Piano piano e con delicatezza il giardino torna a sorridere, come se si fosse dimenticato del periodo di distacco e iniziano le fioriture di fine Estate.



martedì 12 agosto 2014

Giardinieri in vacanza

Anche in vacanza,  lontano dal proprio Eden, il giardiniere continua imperterrito nel suo lavoro, perché essere giardinieri non è semplicemente fare giardinaggio, così annota e fotografa tutto ciò che vorrebbe o potrebbe impreziosire anche il proprio parterre.
Rimane incantato dalle esuberanti fioriture di Oleandri e Ibischi lungo l'autostrada, dallo svettare di Palme e Cipressi in ogni parco pubblico e, come una farfalla, dal colore e profumo dei fiori di Bouganville e Plumbago. L'Estate è esuberante!
Il girovagare non è spensierato ma dedito all'osservazione attenta della Flora presente nel luogo che temporaneamente lo ospita.  Infine cerca di carpire i segreti e le astuzie del giardiniere autoctono.
Ogni luogo potrebbe riservare delle sorprese, anche un camping!  Qui l'utilizzo dei vegetali ha un preciso significato: questa è la mia casa!
E' necessaria una premessa: il processo evolutivo del campeggiatore parte da una semplice tenda pop-up quando si ha vent'anni, prosegue con la dependance-cucina con la nascita del primo figlio ed, infine, la roulotte fissa, da pasqua ad ottobre, per poter ospitare i figli ed i nipoti. Ed ogni anno lo spazio necessario è sempre maggiore, giustificato dall'aumento demografico familiare. L'ultimo step di questa scalata è il vaso di Gerani: la roulotte ha le ruote quadrate e non si muoverà mai più dal campeggio!
Il campeggiatore ha ricostruito negli anni una vera casa e come tale viene arredata ed abbellita, se così si può dire, da vasi fioriti di ogni specie e fattura. E allora ecco che il camping si trasforma in favelas!
L'utilizzo delle piante nell'arredamento domestico è l'espressione di amore nei confronti della propria casa e quando l'uomo sente un luogo come tale ci piazza un vegetale. Ovviamente lo stato di questo è lo specchio della casa che,  a sua volta,  è lo specchio di chi ci abita. E quando i fiori sono di plastica? Logicamente anche la casa è di plastica!
Entrando poi nello specifico il vegetale stesso può assumere diversi significati:

sottolineare ingressi ed accogliere caldamente

Delimitare spazi

Invitare al gioco o ricreare l'angolo per i fumatori

Abbellire pareti come fossero quadri

Nascondere brutture con altrettante schifezze simil-edera

Tenere alla larga eventuali ospiti indesiderati

Dimostrare la propria importanza

... ma raramente dimostrare amore nei confronti della pianta stessa! 

Bisognerebbe fondare una onlus per salvare le piante dallo sfruttamento: 

ENPV ente nazionale protezione vegetali

AVGV  associazione volontaria guardiano del verde

Le piante aromatiche accomunano le bidon-ville. Il Basilico è il re incontrastato della classifica,  seguito da Peperoncino ed infine Prezzemolo e Salvia. 

Purtroppo per lui però nemmeno un sottovaso talvolta gli viene riservato!












domenica 3 agosto 2014

Verifica di un'ipotesi

Nel fine settimana solitamente il tempo mio dedicato al giardino si riduce all'innaffiatura e qualche breve giro nell'ortogiardino, armata di cesoie, a crear mazzi di fiori per la casa e raccogliere frutta ed ortaggi per la tavola, ovviamente bimbi permettendo.

Quando invece capita che gli astri siano in mio favore ecco che magicamente ho del tempo da dedicare alla mia creatura vegetale e che le piccole sforbiciate si trasformino in nuovi lavori. Infatti ripulendo la Lavanda dai fiori ormai in seme ecco che, taglia e taglia, decido che ormai questa vecchia pianta provata dall'età e soprattutto dai cani può essere eliminata, la Menta suaveolens e' troppo invadente e soffoca la Gaura, quindi meglio estirparla, il Geranio e l'Anemone giapponese non prendono il sole necessario, quindi vanno spostati, e così l'aiuola rimane spoglia e da riprogettare! Nella mia mente faccio scorrere l'elenco delle piante in lista d'attesa per il trapianto e decido che... nessuna e' adatta, mi serve qualche nuova idea!


Se poi la Dea bendata è proprio cecata, anche il giorno dopo ho la fortuna di poter lavorare in giardino. Allora poto il Glicine e ne faccio talee da regalare, estirpo un po' di Nepetella, dimezzo i rami delle Surfinie, ripulisco il Melo ornamentale dai nuovi polloni, castro i nuovi getti di Vite Calva... ma mi accorgo con stupore che, come la Vite Calva anche il Glicine... e la Bignonia... e la Passiflora hanno uno spiccato SENSO ESTETICO! Tutte le citate piante rampicanti hanno deciso che le strutture assegnate loro non sono sufficientemente nobili e aggraziate, così non le ricoprono, piuttosto la morte! Ma come e' possibile? 
Non è certo la loro posizione o il terreno a non favorirne la crescita! Infatti crescono rigogliose ma in direzione opposta! Allora Madre Natura non mi vuole aiutare? Sarà perché ieri ho estirpato Lavanda e Menta? 


Ma è senso estetico o vanità? Vanità o testardaggine? Testarde o dispettose? O sono arrabbiate con me? Noooooo! Cosa ho fatto per farle arrabbiare? O non ho fatto? Poco concime? Perché non gli parlo? Forse sono troppo esigente? Forse sono troppo stressata e le deprimo?

Scende la notte e decido di sfogliare un libro regalatomi e letto anni fa: "La vita segreta delle piante" di Peter Tompkins e Christopher Bird. Questo libro, ormai quarantenne, racconta gli studi e le sorprendenti scoperte dei meccanismi sottili e invisibili del mondo vegetale. Solamente dal titolo di alcuni capitoli capite bene che la mia ipotesi è verificata:
capitolo tre: Le piante sanno leggervi nel pensiero
capitolo otto: Le piante cresceranno a piacere

Quindi le piante possono peccare di vanità! I vegetali hanno senso estetico! Madre Natura mi sta dicendo che un buon giardiniere non può prescindere dalla Natura stessa: lezione numero uno. Abbacchiata accetto la lezione e scendo a compromessi: in cambio di bellezza e fiori lascio che crescano dove desiderano loro.


Nei giorni successivi rimango perplessa io stessa di fronte alla mia tesi e gironzolo per il giardino osservando alberi, arbusti, e fiori vari.
Certo che quando il sole "picchia" non scherza! Uff che caldo!
Alzo lo sguardo al cielo, mi guardo attorno e penso più semplicemente che forse anche il Glicine ha caldo e preferisce non crescere sopra un tettuccio riscaldato dai raggi solari, e la Bignonia appoggiata al muro esposto a sud non è certo una lucertola, ed i viticci della mia Vite Calva si ustionano tra le orribili piastrelle del muro lato ovest, qui Surfinie, Pelargoni parigini, Nasturzi hanno trovato la morte! Probabilmente Madre Natura è sí dotata di senso estetico ma ancor più di senso pratico: non arrampicarsi su di un supporto che scotta!








venerdì 1 agosto 2014

Elogio alla Vite Canadese o Vite Calva

Oh Parthenocissus quinquefolia,
Tu che tutto ricopri, 
Celi le brutture ed emani frescure,
Allunghi i tuoi rami e rivesti reami,
...

Questo è l'incipit del mio nuovo post, voglio iniziare come se fosse una poesia... mi sento ispirata!


Ogni giorno, percorrendo la tangenziale est di Pavia, rimango incantata nello scorgere una cascina le cui pareti sono interamente ricoperte dalla Vite Canadese, nome latino Parthenocissus quinquefolia. Mi piace il colore verde che assume d'estate e ancor più lo scarlatto dell'autunno. Questa abitazione rurale e' oggi chiaramente signorile, ben tenuta ed ordinata, lo si percepisce dalla siepe, dal prato e dall'orto. Comunque la osservo durante il passaggio mio e delle stagioni e ne traggo ispirazione. Desidero la Vite Canadese anch'io.

Studio i pregi ed i difetti del vegetale sui miei tomi. Denari e denari spesi nel nome della cultura e coltura.
Pregi: bella, rustica, esposizione sole e ombra, coltura facile, veloce rampicante, sviluppo incredibile percorre molti metri in poco tempo "fino a ricoprire intere facciate di case", le bacche nere sono cibo per gli uccellini durante l'inverno, e così via.
Difetti: praticamente nessuno, la foglia e' caduca quindi sporca un po' sul finire dell'autunno, ma io non mi lascio certo intimidire da qualche foglia: si decompongono durante l'inverno e tornano a far parte del ciclio della vita. E tutti vissero felici e contenti...
Bene, deve essere mia.
Così acquisto la Vite Canadese e decido che dovrà ricoprire la mia magione, per ricreare quella sensazione di bello e romantico che si percepisce al solo vederla.

Passiamo all'atto pratico o vita reale, o Vite reale. Cosa chiedo alla pianta? 
La mia dimora ha una orripilante parete sul lato ovest ed una orrendissima sul lato nord, poco eleganti. Il lato nord non si nota in quanto il passaggio e' ridotto, il lato ovest, invece ha un ingresso secondario che viene saltuariamente utilizzato dagli ospiti. Attualmente non possiamo permetterci una ristrutturazione delle due facciate, così vorrei che la Vite le ricoprisse entrambe, al fine di celare agli occhi le brutture dell'uomo, in poco tempo ed inoltre, la verde copertura fungerà anche da isolante contro i caldi raggi solari che lambiscono il lato ovest durante le calde giornate estive.
Non c'è lembo di terra che sfiori questi lati di casa e non ho al momento disponibilità di almeno 6 vasi adatti, 40 x 40 altezza 50 cm. Così la posiziono nell'aiuola più vicina, guidandola nella direzione di crescita. Attecchisce rapidamente ed altrettanto rapidamente cresce rigogliosa! Wow! Vai bella mia! Evviva! Che gioia! Arrampicati e ricopri!
Decido che un'altra parete, questa di confine, necessita di copertura, e quindi moltiplico la Vite Canadese con facilità e felicità! Un'altro successo! La trapianto in una seconda aiuola.


Ma ad un certo punto... mi accorgo che non ha certo bisogno di me per moltiplicarsi, arrampicarsi e girare a zonzo nei vasi altrui e per il giardino! Ma qualche genio autore di libri di giardinaggio non poteva essere sincero e tra gli aggettivi scrivere a lettere cubitali ATTENZIONE: INVASIVA, INVADENTE e RIBELLE, DOTATA DI FORTE PERSONALITÀ E SOPRATTUTTO AMA LE PARETI BELLE?!?
Infatti neanche legandola si aggrappa con i suoi viticci alle mie orribili pareti! Va bene, le piante sono esseri viventi, ma dotate di senso estetico non lo ha mai detto o scritto nessuno!

Così la mia parete ovest mi ricorda la testa di un'uomo calvo con il riporto! Avete presente come le persone affette da calvizie si facciano crescere i capelli laterali a dismisura per ricoprire poi tutta la parte superiore della testa, affrancando i capelli ad essa con quantità' esagerate di gel? L'effetto sulla parete e' simile a quello sul capo appiccicoso di capelli riportati ed alzati dal vento in una giornata d'autunno. Tralci lunghi che si rifiutano di correre spontaneamente dove invece io desidero, e così vengono "appiccicati" alla parete in modo assai poco naturale, ottenendo così proprio l'effetto opposto di quello cercato. Cosa ricorda la testa di un calvo con riporto? Forse un campo arato, non certo un'elegante parete di Parthenocissus quinquefolia!

 
...
Oh Vite Canadese, Vite Canadese,
Non conosco ne la tua provenienza, 
ne il tuo paese,
Una cosa io ora so:
Il tuo temperamento sgomento mi porto'
Ed io Calva ti ribattezzerò!




mercoledì 30 luglio 2014

Piove ancora


Allora confettura!

2 kg di more congelate
1 kg di zucchero di canna
1 limone per ogni kg di frutta
Pectina q.b.
Niente aromi questo giro



Torta della merenda alle more!

400 g di more
150 g di farina integrale
150 g di zucchero di canna
150 g di burro
2 cucchiai di latte
4 uova (albumi montati a neve)
Forno statico180 gradi per 45 minuti
Tortiera da 20 cm di diametro






Inghilterra

Uffa! Ma dove siamo? In Inghilterra? Piove in continuazione, e' l'estate più piovosa che io ricordi. 
Certo sarei in una delle patrie dei più bei giardini del mondo, proprio grazie anche al clima piovoso!
Non posso uscire e nemmeno andare sempre in centri commerciali, così scatta in me la voglia di progettare nuovi angoli e spazi verdi vivibili.
Forse anche Vita e Gertrude, due famose giardiniere inglesi, progettavano nel loro studio, nelle giornate uggiose, davanti ad una finestra sul cortile. Progetti che alternavano a dipinti, poesie ed articoli per le rubriche delle quali erano autrici, praticamente avevano il loro blog! Proprio come me! Ma di cosa mi lamento insomma?
Comunque anche la pioggia ha i suoi lati positivi: il portafoglio ringrazia perché la bolletta dell' acqua non sarà salata, la vegetazione e' molto più rigogliosa rispetto ad una innaffiatura manuale ed è molto più semplice pulire le aiuole dalle infestanti, dopo una giornata di pioggia. Infine si rigenera il tappeto erboso di trifoglio che ormai era latitante.




venerdì 25 luglio 2014

Eden

Il giardiniere ha un girone dedicato nell'Inferno dantesco, come i golosi. No?!? Peccato... Sarebbe stato bello. Perché dico ciò? Perché il giardiniere smania, desidera, brama per avere nel suo reame ogni tipo di vegetale che appaghi occhi, naso e desiderio di onnipotenza, a volte, a scapito dell'oggetto stesso del desiderio.
Ricreare l'Eden, il Paradiso terrestre senza erbacce, infestanti e parassiti, con bordure sempre in ordine e soprattutto fiorite in ogni stagione dell'anno. Si', e' questo ciò  che il giardiniere vorrebbe: trovare una miscela magica di erbacee perenni, arbusti ed annuali, ed alberi che garantiscano una fioritura continua almeno da marzo ad ottobre, ed una bella presenza durante l'inverno, cosa che nemmeno Madre Natura e' riuscita a fare!

Inoltre pur di realizzare la propria idea di Eden, il giardiniere potrebbe addirittura rubare, a Madre Natura ovviamente, talee e piccole piante che sono di una varietà differente da ciò che magari già possiede. Certo! Le varietà fanno la differenza tra un banale giardino e l'Eden: tutti possono avere l'Origano, ma non tutti possiedono la varietà a foglia dorata!

Così per appagare questa mia insaziabile fame aspetto la stagione dei saldi e cerco affari in ogni vivaio.
In un cassetto della mia mente vengono accumulate informazioni e nomi di piante che vorrei e così acquisto vegetali di ogni ordine, genere, famiglia e specie che, non avendo tempo a sufficienza, rimangono ingabbiati nei loro vasi, senza poter stendere le radici in un appropriato terreno. Questo non giova ne' al vegetale ne' al mio livello di stress. Quando poi invece trovo il tempo di occuparmi di queste povere piante ancora in vaso, ormai vistosamente patite, non è la stagione adatta per il trapianto, oppure, cosa ancora più grave non so esattamente dove collocarle, quindi il lavoro viene nuovamente rimandato. Perché è molto importante la collocazione, sia per donare armonia al giardino, che deve apparire spontaneo e incantevole, sia per la salute della pianta, affinché abbia la luce adatta.

Così ho una lista di vegetali più stressati di me in attesa di trapianto: l'Achillea, la Verbena e gli Astri, che vorrei sistemare nella bordura dell'orto, l'Iperico, che mi aspetta esattamente da un'anno, un Olmo e un Frassino presi ad una fiera, due Cornus, e sei gerani parigini che aspettano ancora di essere rinvasati, per non parlare di un Giuggiolo, un Pesco da frutto e due da fiore. Pesco? Perché ho acquistato tutti questi peschi che sono veramente rognosi come alberi? Si ammalano puntualmente ad ogni primavera di bolla, una malattia che colpisce il fogliame e conferisce loro un'aspetto orribile e gibolloso, per poi perdere tutte le foglie.  Poi dove sistemo i due da fiore? Nel frutteto non godrei della fioritura ma nel giardino non sarebbe carino vedere questi due schelettri a primavera :-(  Non vorrei che il mio Eden si trasformasse in lazzaretto! Ma ... ora che ci penso ... non sono stata io! Vi ho parlato di mia suocera, comproprietaria del giardino nonché vicina di casa? Lascerò che prenda lei la decisione. Meglio di no... approfitterò della sua assenza ... e sistemerò i due Peschi in una posizione non focale.

L'unica soluzione plausibile e' che io smetta di andar per vivai, almeno fintanto che tutte le creature sia no state messe a dimora. Ma vi sembra una cosa possibile? Solo due alberi desidero ancora, per quest'anno, e cioè un Salice piangente ed un Ginko biloba, che so esattamente dove posizionare ed ho già pronte le buche! Quindi perché' non acquistarli subito? 

giovedì 24 luglio 2014

Occasioni ed altro

Piove piove... la gatta non si muove, si accende la candela, si dice buonasera ... 
E la giardiniera cosa fa? All'IKEA se ne va!

Non vi voglio certo tediare con la nostra giornata all'insegna del nulla, ma anche qui, inaspettatamente mi prude il pollice verde: come spiderman ha il "senso di ragno" io sono dotata di un sensore all'interno della mia prima falange del pollice sinistro, che mi manda un fastidioso prurito alla mano ed il quale comunica al mio cervello che deve portare la mano destra al portafoglio. Strano vero? Infatti cosa vedo abbandonate semimorenti in un angolo buio ed angusto alla fine della corsia 23 del self service, alla soglia dell'angolo delle occasioni? Uno scaffale pieno di piante in pessime condizioni di salute. Così, guidata dal mio pollice, scovo cinque bruttissime Ortensie dal fiore blu e due tristissime Calle. Mi brillano gli occhi di fronte a tutto ciò, e' una occasione imperdibile: costano solo 1€ ciascuna, con 7€ porto a casa 7 piante!! Il valore commerciale di queste piante in buono stato e' di almeno cinque volte tanto. E poi posso soddisfare il bisogno innato di prendermi cura di casi disperati e, non ultimo, il piacere di dire alle vicine, quando noteranno le piante rigogliose e sane, "l'ho pagate solo un'euro!"
 

In questi casi non sono in grado di usare la ragione, ma sono posseduta da una voglia compulsiva di acquistare piante ed ogni ragionevole dubbio del mio cervello viene messo a tacere. Di solito ciò accade solo nei garden center, non mi spiego come sia potuto accadere all'IKea!
Ho già le Ortensie rosa e bianche, ma non le blu. Poi quelle che ho in vaso le vorrei trapiantare a terra,  così mi rimarrebbero vasi vuoti. Quindi ho due buone ragioni per acquistare le Ortensie.
E le Calle? Non le ho, e sarebbe già una buona ragione! Non so bene dove collocarle ma un posto lo troverò... Sono fortunata ad avere molto spazio e poi le ho viste nei giardini della zona proprio piantate a terra, quindi perché non provare? Sono bulbi quindi la prossima primavera saranno bellissime, il successo e' garantito.
Inoltre se non le acquisto moriranno dimenticate! Non è una brutta fine? Non sono sufficienti come scuse?

Arrivata a casa inizio la terapia per le povere derelitte: acqua, una collocazione temporanea a mezz'ombra e tanto tanto amore...

 Anche oggi ho fatto giardinaggio:-)

mercoledì 23 luglio 2014

More

Ore 6.30 inizia la mia giornata. A quest'ora si sfama il Piccolo ed e i miei neuroni iniziano pigramente a connettere e pianificare le cose da fare. Con un neonato per casa non è certo possibile programmare lavori importanti in giardino o in orto ma qualcosa desidero fare lo stesso.

Oggi mi dedicherò alla raccolta delle more. Infatti ogni due o tre giorni mi reco in frutteto a raccogliere questi frutti prodotti da un'unica pianta molto generosa che fa maturare queste bontà scalarmente.
Quindi, decisa la missione quotidiana, si parte: vi risparmio la gestione domestica della famiglia perché sarebbe il tema di un' altro blog:" la mamma fa miracoli", e sono già le 9.30 quando rientro col Piccolo dopo aver portato il Grande al centro estivo. Bene, mi bevo il caffè come rito davanti al maestro giardiniere Carlo Pagani che in tv racconta di erbacee perenni ed altro, allatto e sono le 10 quando il Piccolo ed io intavoliamo discorsi filosofici fino alle 10.45, poi decide di dormire. Ok, ora esco munita di radiolina che mi permette di sentire i vagiti nel caso in cui decida di svegliarsi.
Decido di innaffiare le piante nuove sulla via dell'orto, raccolgo un poco di cacca di cane e cambio la lettiera al gatto, una controllata alle surfinie,  mi fermo ad osservare le aiuole ripulite di recente dall'escavatore e ... sono già le 12: l'ora ideale per recarsi in orto in una afosa ed assolata giornata di luglio!
Supero l'orto ed arrivo al frutteto ed ecco l'esuberante rovo carico di more pronte da cogliere.



Mentre sono intenta nella raccolta ringrazio mentalmente Madre Natura che, con l'aiuto dell'uomo, ha selezionato una pianta così generosa, di facile coltivazione e bassa manutenzione, ed adatta al clima della pianura padana. Questa pianta, a differenza del selvatico, non ha spine ed i frutti sono più grossi, a scapito del sapore, ma non si può avere tutto!
Data l'ora ed il caldo non ci sono zanzare e nemmeno insetti fastidiosi ... bene penso, mentre avidamente raccolgo i frutti ... L'unico neo in tutto ciò è che devo stare attenta ai rami di pyracanta che dalla siepe alle spalle del rovo sbucano e si insinuano all'interno di esso. E allora? La pyracanta, per chi non lo sapesse, ha le spine ... delle belle acuminate spine che pungono e graffiano almeno quanto quelle del rovo selvatico. Non solo: a fianco del rovo ho piantato l'uvaspina, che come dice chiaramente il nome ha delle altrettanto belle spine che fanno ancor più male di quelle della pyracanta, ed i lunghi e flessuosi tralci del rovo vi si adagiano sopra con grazia. 

Non è ironico tutto ciò?
Madre Natura crea una pianta spinosa, l'uomo ne seleziona varietà senza spine ed io cosa faccio? Colloco la pianta in una posizione direi ... spinosa ...

Perché esistono le spine sulle piante? Non credo certo alla questione della difesa personale, semmai ciò avvalora la mia tesi circa Madre Natura



... mi farò un gelato, una macedonia ed il resto lo surgelo per farne confettura.


200 g di zucchero di canna
200 g di latte
150 g di panna
250 g di more
ma questo è un' altro blog!


martedì 22 luglio 2014

Giardiniera vs Madre Natura

I giardinieri amano la natura?
Direi di no, altrimenti sarebbero escursionisti!

Oggi la mia personale battaglia si è' svolta contro un sambuco che ha deciso di nascere e crescere in un' aiuola non destinata a lui. Dopo aver combattuto una dura lotta che ha visto cadere addirittura un piccone, la mia personale forbice a cricchetto ha giustiziato il maledetto. Il suo posto verrà occupato da un Cornus Floribunda che mi regalerà una splendida fioritura primaverile. 
Perché le piante spontanee non crescono mai in un luogo idoneo al giardiniere ed al giardino in modo che si possa convivere pacificamente?

Questo è il dilemma: assecondare o estirpare?

I giardinieri ogni giorno cercano di domare e soppraffare ciò che li circonda e di modellare a loro immagine e somiglianza il giardino che vorrebbero eden. Ma devono fare i conti con Madre Natura.

Madre Natura e' bastarda: non appena si abbassa la guardia, o meglio le cesoie, ecco che erbacce e limacce, arbusti e lumache, roditori e rospi, cani e gatti, vicini di casa e postini, cinghiali e daini, corvi e gazze, volpi, tassi, faine, galline e capre, mosche e zanzare, tafani e scarafaggi, vespe e calabroni, funghi e batteri, nani da giardino e Biancaneve scolorita, quindi ogni sorta di essere vivente e non fa del tuo giardino un guazzabuglio.
Devi cercare di fartela amica ma anche optando per questa scelta si rischia di venire sopraffatti dalla nepetella, una graziosa erbacea perenne, pianta officinale di poco conto, che soffoca ogni sorta di grazioso fiore che la sottoscritta voglia seminare nelle sue vicinanze.

Insomma altruisti o egoisti?
Decisamente egoisti e chiaramente stressati.

Presentazione

Eccomi.
Iniziamo.
Può un piacere diventare uno stress? Domanda banale.
Certo che si! Risposta altrettanto banale.
Ma perché?
Qui inizia la mia personale avventura da blogger.

Non sono una benestante signora, magari inglese, che occupa il suo tempo, ed il denaro del marito, in un hobby antico ed aristocratico come il giardinaggio, ma una neo mamma in maternità che vorrebbe tanto fare giardinaggio ma non ha tempo e mezzi a disposizione.
Così questo blog vuole essere la mia valvola di sfogo, la mia terapia personale che mi permetta con sarcasmo di ridere di me stessa!
Ovviamente non voglio sobbarcare il piccolo di famiglia di colpe che non ha! Infatti esiste anche un piccolo grande che non apprezza l hobby di mamma.
Ed il marito facoltoso? Anche questo direi di no, purtroppo
Inoltre in famiglia esiste una suocera comproprietaria del famigerato giardino.
Infine due cani e  tre gatti che non rendono la vita facile a me ed agli abitanti del giardino.